Arrivare alla stazione di Santa Lucia. Uscire, pochi gradini e poi solo acqua. Alzare il braccio per fermare un taxi, che in questo caso corre e scorre su quello specchio. Un paio di jeans a sigaretta, i mocassini di Gucci, un dolcevita di cachemire, il cappotto color cammello. Respirare. Lasciare che il vento e con lui l’umido si impossessi di noi. Attraversare i ponti, perdersi tra le calle, fermarsi da Bancogiro a mangiare un paio di cicchetti incuranti di che ore siano perché qui non importa. Comprare una tee a righe come quella dei gondolieri e le Veneziane della Lola Arrivabene (le trovate anche online http://vibivenezia.it): in velluto blu o verde. Tornare in albergo, al Gritti. Dormire. Indossare un paio di pantaloni di seta e una camicia, come fosse un po’ un pigiama. Non dimenticare il blazer che dove c’è mare c’è vento. E poi un Bellini all’Harry’s Bar perché Venezia passa anche di qui. La notte è appena iniziata. Una passeggiata a Piazza San Marco. Le note dei musicanti del Cafè Florian, qualche turista balla. Un abito da sera, di quelli morbidi perché Venezia è diva e non si può essere da meno. Le luci in lontananza a delimitare i confini della terra ferma. Il rumore dell’acqua che si infrange sugli argini. I Giardini della Triennale in lontananza quasi impercettibili. I tacchi di Renè Caovilla sui ponti che seguono l’uno l’altro, nel tragitto tra il Bauer e Palazzina Grassi. E’ quasi giorno – di nuovo – ma non importa perché siamo a Venezia. E domani è solo un altro giorno.
Palazzina G
Nato nel 2008 dal cuore di Emanuele Garosci. Arredato da Philippe Stark è un bellissimo hotel di quelli che sanno essere casa. E uno dei più mondani club della città, dove poter aspettare l’alba, sorseggiando champagne.
Gritti
Prima residenza ufficiale della famiglia Gritti, il palazzo venne successivamente utilizzato quale sede degli ambasciatori della Santa Sede a Venezia. Nel corso dei secoli è stata abitata da nobili famiglie e da illustri visitatori, tra cui lo scrittore John Ruskin che qui scrisse il suo celebre libro Le pietre di Venezia. Ora uno dei più bei hotel della Laguna.
Harry’s Bar
Locale storico di Venezia, famoso per il suo Bellini è uno di quei luoghi che non conosce stagione o tempo. Il nome del barderiva da quello del giovane studente statunitense Harry Pickering che, trasferitosi negli anni venti a Venezia con una zia per tentare di curarsi da un inizio di alcolismo, venne da questa piantato in asso con pochissimi soldi dopo un litigio. Giuseppe Cipriani, all'epoca barman nell'hotel Europa & Britannia, in cui risiedeva lo statunitense, impietosito dalla vicenda prestò al giovane 10.000 lire, somma considerevole per l'epoca, per consentirgli di rientrare in patria. Due anni dopo, il giovane, guarito dall'alcolismo, tornò a Venezia e, rintracciato Cipriani, in segno di gratitudine gli restituì l'intera somma aggiungendovi 30.000 lire perché potesse aprire una sua attività in proprio. Cipriani decise quindi di chiamare il suo locale "Harry's Bar" in onore del suo benefattore, inaugurando il 13 maggio 1931.
Arriving at the station Santa Lucia. Going out, a few steps, and then only water. Raise your arm to stop a taxi, which in this case runs on that mirror called water. A pair of skinny jeans, Gucci loafers, a cashmere turtleneck, and a camel-colored coat. Breath. Let the wind and the humidity take possession of you. Cross the bridges, loose yourself in the streets, make a stop at Bancogiro to have a couple of shots, no matter what time it is because here that really doesn’t matter. Buy a shirt with stripes in blue or green velvet, like the ones of the Venetian gondoliers and the Lola Arrivabene ( you find them even online http://vibivenezia.it) Return to the hotel, to Gritti. Get some sleep. Put on a pair of silk-trousers and a shirt, like a pyjama. Do not forget the blazer, because where there is see there is wind. Then stop by at the Harry’s Bar for a bellini, because this is Venice as well. The night has just begun. A walk in Piazza San Marco. The tones of the musicians of the Cafè Florian, some tourists that are dancing. An evening dress, one of those soft ones, because Venice is diva and could not be less. The lights in the distance that defines the end of the mainland. The sound of the waves that breaks on the embankments. The Triennale Gardens in the distance almost imperceptible. The high-heels of Rene Caovilla on the bridges that follow one after another on the way between Bauer and Palazzina Grassi. It’s almost morning, again, but that doesn’t matter because we are in Venice. And tomorrow is just another day.
Palazzina G
Born in the 2008 in the heart of Emanuele Garosci. A gorgeous hotel, decorated by Philippe Stark, like one of those who you feel like home in. One of the most fashionable clubs in the city, where to wait for the dawn, sipping champagne.
Gritti
The first official residence of the Gritti’s family, the palace was later used as the seat of the ambassadors of the Holy See in Venice. Over the centuries it has been inhabited by noble families and distinguished visitors, including the writer John Ruskin who wrote his famous book The Stones of Venice here. It is now one of the most beautiful hotels of the Laguna.
Harry's Bar
One of the historical bars of Venice, famous for their Bellinis, is one of those places that doesn’t knows season or time. The name of the bar derives from the young American student Harry Pickering, that in the twenties moved to Venice with his aunt, to cure his beginning drinking problem. His aunt leaves him after an argue, with his problems and with no money in his pocket. Giuseppe Cipriani, a barman at the Hotel Europa& Britannia in which the young American stayed, felt bad for the guy and lent him 10.000 lire, at that time a considerable sum, to allow him to return back home. Two years later when the young man recovered from alcoholism, he returned to Venice, found Cipriani and as a sign of gratefulness he returned the whole amount adding 30 000 lire so he could open his own bar. Cipriani decided to call his bar “ Harry’s bar” in honor of his benefactor. The bar opened in May 13, 1931.