Lo smoking, o per dirla all’inglese Tuxedo.
Ovvero l’abito da sera da uomo per eccellenza: quello che più che un capo è uno stile di vita. Il sinonimo di un’eleganza che non conosce tempo. Che attraversa gli anni non perdendo mai il suo fascino, anzi. Nato come capo maschile nel 1966 grazie a Yves Saint Laurent, che fece sfilare durante la collezione primavera-estate le sue modelle con i pantaloni, fece innamorare le donne di tutto il mondo vantando tra le sue estimatrici icone come Bianca Jagger (sublime in tuxedo total white), Catherine Deneveu e la meravigliosa Marlene Dietrich. La definitiva consacrazione arrivò negli anni Settanta quando Helmut Newton fotografò Vibeke proclamando lo smoking come abito senza genere, immancabile in ogni armadio. Androgino, chic, incredibilmente sensuale modellato sulle spalle e sulle forme della donna che lo indossa con la consapevolezza della sua femminilità, sussurrata e senza alcuna forma di esibizione.
Il galateo vuole che sia usato solo di sera – dopo le diciotto. Perfetto per il teatro, per le cene di gala, o per sentirsi un po’ James Bond al tavolo verde al casinò di Montecarlo mentre si sorseggia un Martini. La camicia è rigorosamente bianca, con i polsi doppi e chiusi con i gemelli (e qui soprattutto per le occasioni meno formali si può dare libero sfogo all’estro), mentre lo sparato può essere liscio o a piegoline (la sola camicia plissettata è sublime anche su un jeans per le ragazze che vogliano rubare qualcosa all’armadio di lui!) I bottoni sono in madreperla e il colletto assolutamente non button-down, please! Le calze – perché le calze vanno messe, eh – sono lunghe e nere e le scarpe nere e lucide. Mentre per le donne, vale tutto: anche e soprattutto la sola giacca portata a pelle su un pantalone nero, con uno smokey eyes e i capelli raccolti in uno chignon spettinato. Che fa sempre Bond-girl.
Tuxedo, to say it in English.
The evening-suit for the perfect gentlemen is not only a suit but also a lifestyle. It’s synonymous with elegance that knows no time. Running through the years without ever losing its charm. The tuxedo, born as a male suit in 1966 thanks to Yves Saint Laurent who showed it in his spring-summer collection on the cat-walk. Pants, which had women falling in love with them all over the world, had such admirers including icons Bianca Jagger ( sublime in total white tuxedo), Catherine Deneveu and the wonderful Marlene Dietrich. The final dedication came in with the seventies when Helmut Newton photographed Vibeke proclaiming the tuxedo as genderless, a must in every wardrobe.Androgynous, chic and incredibly sensual, shaped from the shoulders and curves of the woman who wears it with awareness of her femininity, that is whispered and without any form of exhibition.
According to the etiquette it should be used only in the evening - after six o’clock. Perfect for the theater, for gala dinners, or to feel a bit 'James Bond at the green table at the casino in Monte Carlo while sipping a martini. The shirt is strictly white, with double cuffs and closed with cufflinks (you can feel free to play with inspiration, especially for less formal occasions), while the shirtfront can be straight or pleated (only the pleated shirt is sublime with a pair of jeans for girls who want to steal something from his wardrobe!) The buttons are made of mother-of-pearls and the collar should never be button-down, please! The Socks - because socks are used, eh - are long and black, together with shiny black shoes. While for women the rules are different: especially the leather-jacket brought with a pair of a black pants, with smokey eyes and her hair in a chignon. That always makes a Bond girl.